La SCRITTURA desemantizzata 1972

 

"Per ciò che riguarda il mio lavoro sulla scrittura, ho tentato un processo di desemantizzazione del codice verbale e una sua risemantizzazione diversa.

Per definire questa mia opera i critici hanno parlato di una scrittura criptica, nascosta, affondata, in-scritta. Mi riconosco in queste definizioni, ma vorrei aggiungere che la mia è una scrittura subliminale, nel senso che essa agisce, vorrei che agisse, dentro di noi senza essere distratti dal significato corrente delle parole e senza essere frastornati dal suono delle parole stesse: allora si può anche definire una scrittura silenziosa. Nei miei lavori le parole crescono e si moltiplicano come cellule, invadono gli spazi che ci circondano. La scelta di supporti sempre diversi risponde a questa necessità proliferante della scrittura. La serie delle lettere liberatorie e poi delle carte da parati nascono, appunto, da questa esigenza di disseminazione della scrittura e dal mio bisogno di inviare messaggi capaci di agire a livello profondo.

Per questa ragione la natura del supporto ha sempre avuto un'importanza rilevante nel mio lavoro: soprattutto la carta, luogo deputato alla scrittura (quaderni, a righe, e a quadretti, block-notes, etc.), carta liscia o pieghettata. Ho cercato tutto ciò che richiamasse il rigo o la quadrettatura: di qui gli strigatoi in legno, le striscioline di carta nelle bacheche che ricordano le comunicazioni telegrafiche. L'apparizione e la cancellazione della scrittura con velature o frammentazioni; lo spezzettamento e la distribuzione della carta scritta o del messaggio; la ricerca di supporti sempre più difficili in vista di una scrittura difficoltosa sopra supporti complicati, ermetici, impenetrabili, dove la parola scritta diventa un atto della volontà, lo sforzo per recuperare un proprio spazio contro l'imposizione del condizionamento sociale: questi sono in gran parte i procedimenti su cui si fondono i miei lavori (lettere liberatorie, scrivere non è descrivere). Anche nella carta da parati, supporto di una preziosità falsa e portatore di falsi valori, la scrittura ricusa la ruvidezza del muro non perché scelga la carta da parati ma per contestarla e contestare tutto ciò che essa ha rappresentato e rappresenta per alcuni ceti sociali. Le parole appaiono e scompaiono, si nascondono assecondando le linee e il disegno delle bande verticali, si occultano tra i fiori, facendo capolino dai ghirigori barocchi, dalle ombre dei finti damaschi, dei finti legni, della finta carta: tutto è plastificato… borghesia plastificata ! "

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